Sebbene entrambi gli approcci si basino su un lavoro di parola, gli ambiti di intervento, l’approccio e la metodologia utilizzata dalle due figure professionali sono sostanzialmente differenti.
La consulenza filosofica non è un nuovo tipo di psicoterapia, ma un’alternativa alle psicoterapie. La principale differenza consiste nel fatto che la consulenza filosofica si occupa di difficoltà e sofferenze comuni, non prevede un approccio terapeutico e non tratta problemi patologici.
Se c’è un tratto comune alle due metodologie (in particolare con quella psicoanalitica) è quello di non fornire ricette e indicazioni di buoni comportamenti o pratiche di vita.
AMBITI DI INTERVENTO
Chi si rivolge alla consulenza filosofica non è un paziente, non ha necessità di essere curato/a da un disordine psichico, ma di essere aiutato/a a superare un momento di difficoltà con maggiore consapevolezza.
Nell’ambito della consulenza filosofica la parola “cura” è intesa nel senso di “prendersi cura”, non come sinonimo di trattamento terapeutico. Nella lingua inglese esistono due termini per sottolineare questa differenza: “cure” è la cura di tipo medico/sanitario, che consiste del diagnosticare un disturbo (fisico o psichico) e trattarlo in base a metodologie che si sono dimostrate scientificamente ed empiricamente efficaci; con la parola “care” ci si riferisce, invece, all’insieme delle pratiche (parole, gesti, azioni) che rispondono a bisogni interiori – essere ascoltati e compresi empaticamente, potersi confrontare e affidare – che tutti provano in momenti di maggiore vulnerabilità.
La consulenza filosofica, quindi, non si sostituisce alle psicoterapie laddove vi sia la necessità di applicare il paradigma terapeutico della “cure”. Il suo ambito di intervento riguarda il campo di difficoltà, sofferenze e inquietudini non riconducibili a nevrosi o psicosi, ma facenti parte della comune esperienza umana.
In molti casi il disagio provato da una persona non è un problema dell’individuo, il sintomo di qualcosa che non va nel soggetto ma potrebbe, al contrario, rivelarsi la sana reazione a condizioni esistenziali non soddisfacenti che necessitano di essere messe in questione.
IL SETTING
Un’ulteriore differenza è rappresentata dal setting, ossia dall’insieme degli aspetti materiali (il luogo fisico in cui avvengono gli incontri) e delle regole che devono essere rispettate per la buona riuscita del percorso. Nell’ambito delle psicoterapie, proprio per il fatto che la relazione è di tipo clinico, tali regole vengono esplicitate in un contratto a cui paziente e terapeuta devono attenersi scrupolosamente. Anche un percorso di consulenza prevede il rispetto di alcune regole (orari, durata e frequenza delle sedute, pagamento, eventuali interruzioni, ecc.) ma, all’interno della relazione di consulenza, è prevista una maggiore spontaneità e flessibilità.
IL METODO
Infine, anche dal punto di vista metodologico, esistono numerose differenze, una delle principali riguarda il peso che occupa il passato, la storia personale del soggetto, all’interno del percorso: pur riconoscendo l’importanza fondamentale che i primi anni di vita hanno nel condizionare la vita adulta, il percorso di consulenza filosofica si concentra soprattutto sul presente.
Nella consulenza filosofica la storia famigliare e la biografia del soggetto sono considerate importanti in quanto contesto esistenziale e ambientale in cui la persona è cresciuta, ma il percorso non si sofferma in modo analitico sui vissuti infantili.
Un’altra differenza è rappresentata dal ruolo riservato all’inconscio all’interno del lavoro: mentre nelle psicoterapie (in particolare quelle ad orientamento psicoanalitico) l’emersione del rimosso, l’interpretazione dei sogni, il lavoro sulle libere associazioni hanno una rilevanza centrale e avvengono seguendo pratiche rigorosamente strutturate guidate dall’analista, nella consulenza filosofica l’inconscio è considerato importante in quanto parte della struttura della persona e della sua personalità ma il lavoro si concentra prevalentemente sugli aspetti consci ed, eventualmente, su come gli aspetti inconsci interagiscono e dialogano con la coscienza.
In generale, rispetto alle problematiche affrontate, l’approccio della consulenza filosofica, pur riconoscendo il condizionamento dell’ambiente esterno e dei meccanismi psicologici di difesa, considera la persona come un soggetto libero, attivo e responsabile, avvicinandosi, in tal senso, alla cosiddetta psicologia umanistica.