A CHI SI RIVOLGE
Il sostegno alla genitorialità è rivolto a madri e padri che stanno attraversando un momento di difficoltà nella relazione con il figlio/a e desiderano riflettere sul proprio stile educativo per relazionarsi in modo più consapevole ed efficace nei rapporti familiari; ma anche a coppie che desiderano prepararsi al compito di diventare genitori.
Come si svolge il percorso di sostegno alla genitorialità?
Il percorso può essere affrontato da uno o da entrambi i genitori e, all’occorrenza, può essere parallelamente affiancato da incontri di consulenza individuale svolti con il bambino/a o l’adolescente. In altri casi, la consulenza educativa può essere suggerita dalla consulente per rendere più efficace un percorso inizialmente intrapreso dal figlio/a, in modo tale che il cambiamento di ognuno sia sostenuto e favorito dal cambiamento degli altri componenti della famiglia.
La consulenza educativa si svolge in incontri settimanali della durata di un’ora. La durata complessiva del percorso non è quantificabile a priori e varia a seconda della complessità delle problematiche. Indicativamente può andare da un minimo di 5 incontri ad una durata massima di circa 6 mesi.
In quali casi può essere utile rivolgersi alla consulenza educativa?
PREPARARSI A DIVENTARE GENITORI
La nascita stessa di un bambino/a, comportando una profonda trasformazione della propria identità, del rapporto di coppia e della vita nel suo complesso, può rappresentare un evento che, accanto alla gioia, fa emergere paure e insicurezze e, talvolta, soprattutto nelle neomamme, la sensazione di sentirsi sole e inadeguate davanti ad un compito più grande di loro.

RIFLETTERE SUL PROPRIO STILE EDUCATIVO
Diventare madre o padre, inoltre, comporta un inevitabile confronto con la propria esperienza di figli e questo può suscitare il timore di assumere gli stessi comportamenti dei propri genitori nonostante non lo si vorrebbe. In tal senso, il percorso di consulenza genitoriale può essere d’aiuto per mettere a fuoco qual è il modello genitoriale trasmesso dai propri genitori, in cosa lo si ritiene valido e sotto quali aspetti si desidera, invece, discostarsene, in modo tale che le proprie scelte educative siano il più possibile libere e consapevoli, anziché la replica inconsapevole di ciò che si è vissuto nella propria famiglia d’origine.
VIVERE I RUOLI GENITORIALI IN MODO LIBERO E FLUIDO
Negli ultimi anni le famiglie sono profondamente cambiate. Tale trasformazione, tra le altre cose, ha comportato la messa in questione della tradizionale suddivisione dei ruoli all’interno della coppia, in base a cui al padre spettava il compito di garantire alla famiglia la sicurezza economica attraverso il lavoro, mentre alla madre la cura della casa e l’accudimento dei figli.

Per le nuove generazioni una ripartizione rigida e fissa dei compiti risulta superata e non più soddisfacente: la maggior parte delle giovani donne desidera continuare al lavorare anche dopo la nascita di un figlio e, viceversa, sempre più spesso, i padri desiderano avere un ruolo più attivo e propositivo nell’educazione dei figli. Tuttavia, accade sovente che, nonostante le intenzioni, il carico del lavoro di cura rimanga in gran parte sulle spalle delle donne rendendo per loro difficoltoso, se non impossibile, conciliare vita famigliare e professionale; o che, d’altra parte, i padri si sentano estromessi dal compito educativo che desidererebbero fosse più condiviso.
INTERPRETARE SEGNALI DI MALESSERE DEL FIGLIO
Il percorso di crescita di un bambino/a può essere definito come un cammino che lo porterà dalla dipendenza dai suoi genitori all’autonomia. Questo lungo percorso è costellato di tappe evolutive nelle quali il bambino/a attraversa profondi cambiamenti, sia fisici che psicologici, che richiedono anche alla relazione genitore/figlio di modificarsi ed evolvere di conseguenza.

In questi momenti è frequente che i bambini e i ragazzi non riescano ad esprimere chiaramente i loro bisogni e le loro paure, ma lo facciano attraverso comportamenti che, spesso, al genitore risultano incomprensibili.
Può accadere, allora, che i genitori si sentano insicuri, dubbiosi e non sappiano come intervenire o che, in particolare durante l’adolescenza, i conflitti si esasperino rendendo necessario prendersi del tempo per riflettere sulle dinamiche in atto nella famiglia e capire come stare vicino ai propri figli favorendo il benessere di ognuno.
GESTIRE CONFLITTI E PROBLEMATICHE IN ATTO IN FAMIGLIA
La richiesta di ricevere una consulenza educativa può sorgere, inoltre, dalla difficoltà a conciliare stili educativi diversi (o persino opposti) della madre e del padre, da un periodo di disagio personale attraversato da uno dei genitori che si riflette nel rapporto coi figli, da un momento di crisi nella coppia, dalla necessità di gestire il rapporto coi figli dopo una separazione e/o in famiglie ricostituite o ricomposte, o ancora, a causa di un lutto o altro evento stressante che irrompe nella vita famigliare.
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